Il bilancio idrico
E’ forse l’aspetto più evidente che ci lega all’ acqua. Un momento che regolarmente scandisce le nostre
giornate e ci fa percepire nel modo più diretto, quasi “toccare con mano”, tutta la sua importanza. E’ il
lato quotidiano della mancata idratazione. E’ la sete. In termini più tecnici, un risultato negativo del
bilancio idrico. Anche se, in realtà, quando avvertiamo lo stimolo della sete siamo già in una
condizione di stress idrico. Per questo, l’obiettivo di una corretta idratazione non è dissetarsi quando
si ha sete, ma anticiparne lo stimolo.
Sono diverse le modalità attraverso le quali l’acqua viene eliminata dal nostro corpo, in diverse
quantità:
•con la sudorazione dagli 800 ai 1.250 ml;
•con le feci dai 100 ai 150 ml;
•con le urine dagli 800 ai 1500 ml.
In ogni caso, per garantire la necessaria eliminazione di tossine, urea e metaboliti di scarto, nelle
quantità raccomandate, l’acqua eliminata non può essere inferiore ai 1.700 ml al giorno. Queste
uscite però, proprio per mantenere quel livello di idratazione fondamentale per il nostro benessere,
devono essere compensate da un’altrettanta assunzione d’acqua, per un minimo obbligatorio di circa
1.700 ml al giorno. Ciò può avvenire con:
•acqua preformata, cioè quella contenuta negli alimenti in percentuale variabile;
•acqua di ossidazione, ovvero il prodotto finale del metabolismo ossidativo, ma in quantità
minore;
•acqua bevuta, quella di cui l’organismo può regolare l’assunzione “ascoltando” lo propria
sete… anzi, anticipandola!
Dai 3 ai 4 litri di acqua al giorno per il corretto ricambio d’acqua
Da questo flusso tra acqua in entrata e acqua in uscita, dipende il bilancio idrico dell’organismo,
un equilibrio governato dal centro ipotalamico della sete che regola la quantità di acqua da ingerire, e
dell’ormone antidiuretico (ADH), che aumenta il riassorbimento di acqua nel rene. Nel flusso tra acqua
espulsa e acqua reinserita, si stima che ogni giorno venga sostituito dal 5% al 10% del contenuto
idrico del corpo. Percentuali, che dimostrano come il ricambio d’acqua deve aggirarsi attorno ai 3-4
litri al giorno. Ecco perché tecnicamente la disidratazione, o cattiva idratazione, è l’effetto che
consegue ad un bilancio idrico negativo. Quella situazione nella quale l’acqua espulsa dall’organismo
non è sufficientemente compensata da quella integrata.
La disidratazione, un pericolo reale per il nostro corpo
La disidratazione non è mai una “buona notizia” per il nostro corpo, come non lo sono neanche bilanci
di poco negativi dell’equilibrio idrico che possono determinare effetti rischiosi per l’organismo. Ad
esempio, una diminuzione dell’ATC, l’acqua totale corporea di circa il 2% del peso del corpo può
rendere il sangue più vischioso, limitando l’attività e le capacità fisiche del soggetto. Il cuore va in
affanno, si affatica maggiormente e, nei casi estremi, può condurre fino ad un collasso
cardiocircolatorio.
Ma gli effetti possono essere ancor più preoccupanti, all’aumentare della percentuale del peso perso
dovuta a una diminuzione dell’ATC:
•un calo del 2% provoca mal di testa e stanchezza, riduzione della capacità di
concentrazione, dell’attenzione e dell’esecuzione di compiti semplici;
•un calo del 5% provoca crampi;
•un calo del 7% provoca allucinazioni e perdita di coscienza;
•un calo del 20%, mette a rischio la vita del soggetto.
E’ importante idratarsi sempre. E in particolare…
E’ bene dunque ricordarsi di idratarsi correttamente, anche nelle situazioni che spesso non sono
percepite come rischiose, quali l’esposizione ad un clima secco e ventilato, non necessariamente
caldo. Idratarsi correttamente è importante anche al freddo, poiché la basse temperature stimolano
l’eliminazione di acqua con le urine. Bere è importante dovunque e può diventare fondamentale in
montagna, dove viene eliminata una quantità d’acqua superiore, dal momento che la tensione di
vapore dell’aria respirata, ovvero la pressione del vapore, è più alta di quella ambientale. Altre
circostanze in cui ci esponiamo a forte rischio di disidratazione sono l’esercizio fisico intenso e
prolungato, episodi ripetuti di vomito e diarrea, emorragie e ustioni.
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