La durezza dell' acqua


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La durezza dell'acqua

Acqua è sinonimo di freschezza. E, guardandola dall’esterno, di leggerezza. Eppure, così come

esistono le leggere e le pesanti, le acque sono anche dolci e dure, a seconda del contenuto di calcio

e magnesio. Ma per comprendere la “durezza dell’acqua” è necessario partire dal “residuo fisso”,

un’espressione che magari abbiamo già letto o ascoltato senza tuttavia soffermarci abbastanza.

Il residuo fisso è la quantità di minerali disciolta nell’acqua. Un valore cioè che distingue le varie

tipologie di acqua quantificato e definito, portandone ad ebollizione diversi tipi con successiva

essiccazione alla temperatura di 180°. Ecco, la durezza dell’acqua è un dato correlato al residuo fisso,

ma più specifico. Essa si riferisce nello specifico alla quantità di calcio e magnesio contenuta. E dove

il residuo di questi due elementi è più alto, siamo in presenza di un’acqua dura, in genere ricca di

calcio. Considerata la consistenza e sulla base delle specifiche caratteristiche di ogni persona, vanno

assunte in alternanza con acque oligominerali.

Ma come si misura la durezza? In che modo distinguiamo un’acqua dura da un’acqua, invece, dolce?

In gradi francesi (F°). Convenzionalmente 1 F° corrisponde a 10mg di carbonato di calcio per litro.